Ventilazione non invasiva e PS trial

19 gen 2024


In quest’ultimo periodo ho visto diversi pazienti con insufficienza respiratoria ipossiemica acuta dovuta a polmonite. Quando l’ossigenoterapia non è più sufficiente, restano due strade: la ventilazione non-invasiva o l’intubazione tracheale. Se la ventilazione non-invasiva è mantenuta a lungo prima di arrendersi al suo fallimento, purtroppo frequente in questa condizione, essa rischia di trasformarsi da opportunità a boomerang: tanto maggiore il tempo perso in ventilazione non-invasiva, tanto minore è la probabilità di sopravvivenza.

Seppur consapevoli di questo, comunque un tentativo di ventilazione non-invasiva può essere ragionevole prima di decidere di passare all’intubazione tracheale: a noi il compito, spesso difficile e complesso, di capire rapidamente chi potrà guarire solo con la ventilazione non-invasiva e chi invece dovrà passare all’intubazione tracheale.

Una breve fase con diversi livelli di pressione di supporto (PS trial) può fornire elementi per aiutarci a prendere una decisione rapida. Per capire come fare ed interpretare un PS trial, ci avvarremo di due ipotetici pazienti, i nostri soliti Mario e Pippo.

Il PS trial

Mario e Pippo hanno entrambi una polmonite con dispnea e PaO2/FIO2 < 150 mmHg nonostante ossigenoterapia con High-Flow Nasal Cannula. Iniziamo ad entrambi la ventilazione non-invasiva con maschera facciale. Quello che qui definiamo PS trial è semplicemente la valutazione del pattern respiratorio (volume corrente e frequenza respiratoria) col progressivo incremento di PS. Ogni livello di PS deve essere mantenuto fino alla stabilizzazione del pattern respiratorio, che di solito richiede pochi minuti. L'entità degli aumenti di PS può variare in relazione al contesto clinico, in questo esempio sono applicati incrementi di 4 cmH2O alla volta.

Nel post commenteremo il risultato del PS trial di Mario e Pippo per decidere se e come proseguire la ventilazione non-invasiva, ma esso può essere anche utilizzato per decidere il livello di assistenza inspiratoria nei pazienti già intubati.

Iniziamo il PS trial di Mario e Pippo impostando PEEP 8 cmH2O e PS 0 cmH2O (cioè una CPAP 8 cmH2O); successivamente aumentiamo il PS a 4, 8 e 12 cmH2O.  

Durante il PS trial la frequenza respiratoria si modifica in maniera simile in Mario e Pippo: in entrambi è 35-36/min con PS 0 cmH2O e si riduce a 30-32/min con PS 12 cmH2O.

Riassumiamo nella tabella 1 la variazione di volume corrente durante il PS trial.

Tabella 1

Nella prima parte della tabella vediamo il volume corrente in ml, nella seconda il volume corrente in ml/kg di peso corporeo predetto o ideale (Predicted Body Weight, PBW, o Ideal Body Weight, IBW), calcolato da sesso ed altezza (177 cm per Mario, 172 cm per Pippo, clicca qui per calcolare facilmente online il PBW). 

La prima cosa che balza all’occhio è che Mario aumenta notevolmente (più del 50%) il volume corrente con l’aumento del PS da 0 a 12 cmH2O, mentre la variazione di volume corrente di Pippo è trascurabile. Quando espresso in ml/kg PBW, il volume corrente di Mario rimane sotto i 10 ml/kg fino a PS 4 cmH2O, mentre per Pippo è inferiore a questo valore a tutti i livelli di PS.

Come pensi che questo breve PS trial possa aiutarti a decidere se proseguire o meno la NIV e con che livello di PS in Mario e Pippo?


Basi fisiopatologiche per interpretare il PS trial


Equazione di moto e PS trial

Il PS trial valuta l’effetto sul volume corrente di diversi livelli di supporto inspiratorio. Si può interpretare correttamente il PS trial analizzandone i risultati alla luce dell’equazione di moto dell’apparato respiratorio, che, come i lettori di ventilab ormai ben sanno, è una base ineludibile per capire la ventilazione meccanica.

Riassumiamo rapidamente l’equazione di moto ed il suo significato. A pressione atmosferica, l’apparato respiratorio rimane fermo al volume che raggiunge al termine di una espirazione passiva completa, definito come Capacità Funzionale Residua.

L'inspirazione è possibile se si applica una pressione superiore a quella atmosferica ($P_{appl}$), in parte utilizzata per aumentare il volume polmonare (pressione elastica, $P_{el}$) ed in parte spesa per far scorrere il flusso inspiratorio nelle vie aeree (pressione resistiva, $P_{res}$).

Questo concetto fondamentale può essere riassunto nella equazione 1:

$$ P_{appl} = P_{el} + P_{res}~~~~~~(1)$$

Questa forma semplificata dell'equazione di moto, che trascura la presenza di un eventuale carico soglia, è sufficiente per proseguire il nostro ragionamento.

A sua volta, la pressione elastica è direttamente proporzionale al volume da introdurre ($V$) ed inversamente proporzionale alla “distensibilità” dell’apparato respiratorio, misurata come compliance ($C$): 

$$ P_{el} = \cfrac{V}{C}~~~~~~(2) $$

mentre la pressione resistiva è direttamente proporzionale all’entità del flusso che scorre nelle vie aeree ($\dot{V}$) ed alla resistenza delle vie aeree ($ R $): 

$$ P_{res} = \dot{V} \cdot {R}~~~~~~(3) $$

L’equazione 1 può quindi essere scritta come:

$$ P_{appl} = \cfrac{V}{C} + \dot{V} \cdot {R}~~~~~~(4)$$

$P_{appl}$ è la somma della pressione generata dai muscoli respiratori ($P_{mus}$) e della pressione inspiratoria del ventilatore ($P_{vent}$): 

$$ P_{mus} + P_{vent} =  \cfrac{V}{C} + \dot{V} \cdot {R}~~~~~~(5)$$

Nei soggetti in respiro spontaneo avremo solo $ P_{mus} $, nei pazienti in ventilazione controllata solo $ P_{vent} $, saranno entrambe presenti durante ventilazione assistita.

Dalla equazione 5 si possono ricavare le variabili che determinano il volume corrente, portando nel membro di sinistra il volume e lasciando tutto il resto a destra :

$$ V = (P_{mus} + P_{vent} -  \dot{V} \cdot {R}) \cdot C~~~~~~(6) $$ 

A prima vista questa equazione potrebbe sembrarti astratta, ma in realtà diventa viva e facilmente comprensibile se impari a leggerla e ti aiuterà a capire bene il PS trial di Mario e Pippo. 

Esplicitata concettualmente, l’equazione 6 ci dice che il volume corrente aumenta se aumenta la somma tra la pressione generata dai muscoli respiratori e quella applicata dal ventilatore, se aumenta la compliance oppure se si riducono flusso e/o resistenza.

Alla luce dell’equazione di moto risolta per il volume (equazione 6), possiamo capire il diverso comportamento di Mario e Pippo all’aumento della pressione di supporto. 

Se il volume corrente aumenta all'aumentare della pressione di supporto, come in Mario, vuol dire che ciascun livello di PS (cioè di $P_{vent}$) si somma ad una $P_{mus}$ che rimane sostanzialmente costante, cioè la somma $P_{mus} + P_{vent}$ aumenta all’aumentare della PS.

Al contrario se il volume corrente rimane sostanzialmente costante, come in Pippo, dobbiamo pensare che all’aumento del PS si riduca parallelamente la pressione generata dai muscoli respiratori. In termini formali possiamo dire che all’aumento di $P_{vent}$, la somma $P_{mus} + P_{vent}$ rimane costante, cioè  $P_{mus}$ si riduce della stessa quantità dell’incremento di $P_{vent}$.

L’applicazione del supporto inspiratorio non modifica in maniera rilevante l’attività dei muscoli respiratori di Mario: il ventilatore si aggiunge ai muscoli respiratori. Al contrario, con l’aiuto del ventilatore i muscoli respiratori di Pippo sono indotti a lavorare di meno, il ventilatore si sostituisce ai muscoli respiratori.


Drive respiratorio e PS trial

Il drive respiratorio è l’intensità dell’output (efferenze) del centro del respiro, che raggiunge i muscoli respiratori attraverso le vie nervose. Il centro del respiro è composto da una rete neuronale situata nel tronco dell'encefalo, tra ponte e midollo allungato.

L’intensità della contrazione dei muscoli respiratori è proporzionale al drive respiratorio: ogni sforzo inspiratorio intenso, ogni condizione che definiamo “distress respiratorio” hanno alla base un drive respiratorio intenso. L’indicatore di drive respiratorio più utilizzato in clinica è la P0.1, a cui ho dedicato il post del 27/06/2021

Un elevato drive respiratorio, e l’intensa contrazione muscolare che ne consegue, è segno di malessere del centro respiro che riceve informazioni “negative” dalle sue afferenze, mentre un basso drive respiratorio è segno di benessere del centro del respiro.

Il drive respiratorio è aumentato da una serie di stimoli afferenti al centro del respiro (ipercapnia,  acidosi, ipossiemia, dolore, ansia, stati infiammatori sistemici, stimolazione di fibre nervose e recettori presenti nel parenchima polmonare) o dalla riduzione della inibizione che su di esso esercitano alcune aree corticali cerebrali (1).

La pressione sviluppata dai muscoli respiratori durante l’inspirazione non dipende unicamente dal drive respiratorio, ma anche dalla forza che riescono a generare i muscoli respiratori. Per questo motivo l'aumento del drive respiratorio può non essere accompagnato da un aumento del volume corrente se i muscoli respiratori sono deboli. In questo caso il volume corrente può essere addirittura inferiore al normale pur in presenza di un drive respiratorio molto aumentato. 

In altri casi, una meccanica respiratoria sfavorevole (bassa compliance, alte resistenze, un elevato carico soglia) può impedire ai muscoli respiratori di aumentare di volume corrente al di sopra dei valori fisiologici, pur in presenza di un drive respiratorio molto elevato, perchè per raggiungere questo risultato serviverebbe lo sviluppo di una $P_{mus}$ insostenibile anche per muscoli con normale forza. 


Interpretazione del PS trial di Mario e Pippo

In assenza di supporto inspiratorio (PS 0 cmH2O) Mario e Pippo hanno entrambi volume corrente 600 ml e una frequenza 36/min, che producono una ventilazione al minuto di 21.6 l/min: hanno per questo lo stesso drive respiratorio? In entrambi il drive respiratorio è soddisfatto da 21.6 l/min di ventilazione? Oppure la ventilazione si ferma a 21.6 l/min per il limite che incontra nei muscoli respiratori, che non riescono a produrne una più elevata?

Il PS trial ci suggerisce la risposta a queste domande.

Pippo all’aumento del supporto inspiratorio mantiene costante il volume corrente. Riguardiamo la equazione 6: se riteniamo che l’aumento di PS (cioè di $P_{vent}$) abbia poco impatto su flusso, resistenza e compliance, la stabilità del volume corrente è spiegabile da una riduzione di $P_{mus}$ uguale all'aumento di $P_{vent}$. Questo comportamento è il segno che la ventilazione di Pippo senza supporto inspiratorio soddisfa già il livello di attivazione del centro del respiro. Il centro del respiro di Pippo è già "sazio" anche senza supporto inspiratorio, e qualsiasi aiuto del ventilatore (=$P_{vent}$) viene utilizzato per ridurre lo sforzo inspiratorio ($P_{mus}$) e non per avere più ventilazione.

Al contrario, Mario all’aumento del supporto respiratorio aumenta il volume corrente. Ciò è interpretabile con il fatto che $P_{mus}$ non si riduce parallelamente all’aumento di $P_{vent}$. Possiamo pensare che la ventilazione di Mario senza supporto inspiratorio sia la massima che egli riesce a sostenere ma che non sia quella necessaria per soddisfare l’intensa attivazione del centro del respiro. Il drive respiratorio di Pippo è "insaziabile", per questo il volume corrente aumenta ad ogni incremento del PS: più $P_{appl}$ si può avere, più si aumenta la ventilazione, avvicinandola sempre più a quella realmente richiesta dal centro del respiro.

A dispetto di un pattern respiratorio simile senza supporto ventilatorio, il PS trial ci fa vedere che il drive respiratorio è maggiore in Mario rispetto a Pippo.


Il PS trial per decidere il supporto respiratorio


Quando proseguire la ventilazione non-invasiva e quando intubare subito

La risposta di Mario (escalation del volume corrente all’aumento del PS) è preoccupante. Ha già una grave insufficienza respiratoria ipossiemica (PaO2/FIO2 < 150) che mette seri dubbi sulla possibilità di successo della ventilazione non-invasiva. A questo si associa un drive respiratorio “insaziabile, cioè il mantenimento di $P_{mus}$ nonostante l’aggiunta di $P_{vent}$, un elemento prognosticamente negativo (2). Poiché il successo della ventilazione non-invasiva è legata anche alla riduzione del drive respiratorio, possiamo concordare che Mario potrebbe meritare l’intubazione già al termine del PS trial. Pippo, nonostante una uguale disfunzione polmonare, sta dimostrando un risultato positivo immediato, la riduzione del drive respiratorio e dello sforzo inspiratorio: per lui possiamo dare fiducia ancora per un po' di tempo alla ventilazione non-invasiva, rivalutandone periodicamente l'efficacia.

Come regolare il livello di PS

Spesso si legge che il PS debba essere incrementato fino al raggiungimento di un volume corrente di 6-8 ml/kg PBW (3). Ritengo che questo approccio non sia appropriato. Sono d'accordo che il PS debba essere aumentato se non si ottiene un volume di almeno 6 ml/kg PBW. Ma dovrebbe essere aumentato anche se, una volta raggiunto questo volume, ulteriori incrementi di PS non modificano in maniera rilevante la dimensione del volume corrente. L'aumento del PS diventa a questo punto efficace nel ridurre $P_{mus}$ senza generare un aumento della pressione transpolmonare e quindi della sovradistensione polmonare. 


Considerazioni finali

Alla luce di quanto abbiamo detto, dopo il PS trial si dovrebbe procedere all'intubazione di Mario ed invece continuare la ventilazione non-invasiva a Pippo con PS 12 cmH2O.

Abbiamo visto in Mario e Pippo due tra le possibili risposte al PEEP trial. Possono esserci anche altri pattern di variazione del volume corrente durante un PEEP trial, ma conoscere le basi fisiopatologiche del PS trial ci consente di interpretarne il risultato di volta in volta in ciascun paziente in ventilazione assistita. 

Concludo come al solito riassumendo i punti salienti del post:

  • il PS trial valuta il trend del volume corrente ottenuto inizialmente in CPAP (cioè senza supporto inspiratorio) e successivamente a livelli crescenti di PS;
  • il PS trial può aiutare a:
    • capire se intubare un paziente in ventilazione non-invasiva
      • volume corrente sempre ≥  6-8 ml/kg PBW che continua ad aumentare ad ogni incremento di PS: è segno che la ventilazione non-invasiva non riduce la pressione generata dai muscoli respiratori. Da prendere in forte considerazione il passaggio all'intubazione tracheale;
      • volume corrente approssimativamente stabile all'aumento del PS: la ventilazione non-invasiva probabilmente sta riducendo la pressione generata dai muscoli respiratori. E' una risposta da vedere positivamente nei pazienti con ventilazione non-invasiva, se il volume corrente non è chiaramente superiore a 10 ml/kg PBW. Con questo risultato nel PS trial è ragionevole proseguire con la ventilazione non-invasiva.
    • scegliere il livello di supporto inspiratorio (sia in ventilazione invasiva che non-invasiva):
      • volume corrente < 6 ml/kg PBW: il supporto inspiratorio dovrebbe essere aumentato finché non si raggiunge questo valore;
      • volume corrente 6-10 ml/kg PBW: il supporto inspiratorio dovrebbe essere aumentato finché non aumenta significativamente il volume corrente ad ogni successivo incremento di PS. Da valutare con attenzione ogni livello di PS > 20 cmH2O perchè potrebbe generare sovradistensione polmonare. In questi casi è utile la valutazione della driving pressure (con la misurazione della pressione di plateau durante un'occlusione di fine inspirazione) ed eventualmente della pressione transpolmonare.

Auguro un buon 2024 e, come sempre, un sorriso a tutti gli amici di ventilab.


Bibliografia

1.  Vaporidi K, Akoumianaki E, Telias I, et al.: Respiratory drive in critically ill patients. pathophysiology and clinical implications. Am J Respir Crit Care Med 2020; 201:20–32

2. Tonelli R, Fantini R, Tabbì L, et al.: Early inspiratory effort assessment by esophageal manometry predicts noninvasive ventilation outcome in de novo respiratory failure. a pilot study. Am J Respir Crit Care Med 2020; 202:558–567

3.  Carteaux G, Millán-Guilarte T, De Prost N, et al.: Failure of noninvasive ventilation for de novo acute hypoxemic respiratory failure: role of tidal volume. Crit Care Med 2016; 44:282–290

8 commenti:

  1. volume corrente 6-10 ml/kg PBW: il supporto inspiratorio dovrebbe essere aumentato finché non aumenta significativamente il volume corrente ad ogni successivo incremento di PS. In termini pratici quanto possiamo quantificare quel "significativamente"? Grazie

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    1. Ovviamente non ho una risposta assoluta in termini quantitativi. Però rigurada il caso di Pippo, che è verosimile e può essere di aiuto nel valutare cosa è significativo e cosa non lo è. A mio modo di vedere se l'aumento di PS produce un aumento di volume superiore al 10-15%, questo inizia ad essere significativo. Ad esempio in un paziente con 450 ml di volume corrente, l'incremento può essere considerato signifcativo se supera i 50-70 ml.
      Ti ho dato una risposta criticabile, ma penso che gli inviti come il tuo, cioè di fare esempi pratici, debbano essere raccolti anche se questi esempi non possono essere sempre validi.

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  2. Alessandro Marchignoli24 gennaio 2024 alle ore 11:32

    Come interfaccia per l'applicazione della ventilazione meccanica non-invasiva stiamo intendendo le maschere (oronasale o total face)?
    Nel caso della NIV applicata con casco, infatti, la rilevazione dei volumi correnti erogati dal ventilatore è falsata dalla dispersione intrinseca del supporto, ottenendo spesso una considerevole sottostima dei reali volumi.
    Avresti un suggerimento su quali riferimenti considerare in questi casi?
    Grazie

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    1. Grazie per il commento, Alessandro. E' mia personale opinione che la ventilazione con supporto inspiratorio fatta con il casco sia una pratica molto difficile, con importanti incognite (come quella che anche tu metti in evidenza) e che dovrebbe essere al momento riservata ancora ad ambiti di ricerca o in contesti in cui sia sia una esperienza veramente costante, duratura, approfondita e consapevole. Per questo motivo, l'unico consiglio che posso dare è utilizzare una maschera facciale per valutare l'efficacia del supporto inspiratorio. Qualora la NIV in maschera dovesse fallire in un paziente con insufficenza respiratoria ipossiemica grave, penso che questo sia segno incontrovertibile che fa passare all'intubazione tracheale.

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  3. Caro Beppe, nei pazienti in cui la regolazione del livello di PS basata sul PS trial induce una risposta caratterizzata da stabilità del volume corrente con verosimile riduzione di Pmus, impostare il livello di PS che riduce il più possibile il lavoro dei muscoli inspiratori, specie in caso di ventilazione invasiva prolungata, non rischia di generare danno e disfunzione a carico degli stessi muscoli se quella quantità di assistenza inspiratoria viene protratta al di là di una ragionevole (6, 12 o forse 24 ore) fase di recupero da eventuale fatica? Per lo stesso motivo, anche nei pazienti inizialmente esauriti non si dovrebbe comunque limitare nel tempo una assistenza inspiratoria basata sul maggior scarico possibile dei muscoli?

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    1. Grazie per l'ottimo commento, caro Daniele. Il tema del post è l'assistenza inspiratoria non-invasiva iniziale nei pazienti ipossiemici con elevato drive respiratorio. In questo contesto, ritengo che sia corretto scegliere il livello di PS più elevato associato ad un volume corrente tollerabile. Tuttavia, come tu fai notare, se cambia il contesto, deve cambiare anche il nostro atteggiamento. Se ad esempio facessimo un PS trial ad un paziente intubato in fase di recupero dall'insufficienza respiratoria, in questo caso l'obiettivo sarebbe identificare il livello di PS che consenta il massimo utilizzo dei muscoli respiratori per arrivare alla valutazione per l'estubazione. In questo caso, a parità di volume corrente a diversi livelli di PS, sarebbe raccomandabile scegliere il livello di PS più basso. L'impostazione della ventilazione meccanica deve sempre essere fatta alla luce dell'obiettivo da raggiungere.

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  4. Caro Beppe, grazie per l'interessante post. Ti chiedo se la presenza di una PEEP continua di 8 cm h2o (ovvero CPAP), come quella dell'esempio, potrebbe generare una seppur minima quantità di volume corrente andando ad influenzarne il valore basale quando PS uguale a zero. Grazie

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    1. Grazie del commento, Alessandro. La CPAP non genera di per sè un supporto inspiratorio ed un volume corrente. Se il paziente non respirasse, rimarrebbe in apnea senza entrata ed uscita di aria. Va però sottolineato che alcuni ventilatori non fanno mai una CPAP perchè anche se si imposta un PS 0 cmH2O, in realtà impongono 3 cmH2O di pressione di supporto non richiesta. Prova impostare PS 0 cmH2O con i ventilatori che utilizzi e verifica sul monitoraggio grafico se hanno questo comportamento. Questo comportamento, quando presente, comunque non ha solitamente un rilevante impatto clinico, tranne che in un caso... di cui non ho tempo di parlarti oggi ma a cui dedicherò uno dei prossimi post.

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